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Un centro educativo unico
Nel cuore di Roma, a pochi passi dal Circo Massimo, si trova Celio Azzurro, un centro interculturale che accoglie bambini provenienti da diverse nazionalità e classi sociali. Fondato negli anni Novanta, questo asilo ha saputo evolversi nel tempo, diventando un punto di riferimento per l’educazione interculturale in Italia. Qui, i 54 bambini che frequentano il centro non solo imparano a socializzare, ma anche a rispettare e apprezzare le differenze culturali.
Un metodo educativo innovativo
Il metodo educativo adottato a Celio Azzurro si basa su tre principi fondamentali: autonomia, socializzazione e intercultura. Secondo Daniele Valli, coordinatore dei maestri, “l’autonomia è essenziale per affrontare l’altro senza paura”, mentre la socializzazione arricchisce l’esperienza di apprendimento. L’intercultura, invece, è vista come un mezzo per prevenire conflitti e favorire la crescita personale. Questo approccio flessibile permette di adattare l’insegnamento alle esigenze dei bambini, utilizzando spunti da diversi modelli pedagogici, come il metodo Montessori e quello steineriano.
Il ruolo della comunità
Uno degli aspetti più significativi di Celio Azzurro è il forte legame con la comunità. I genitori sono coinvolti attivamente nelle attività educative, creando un ambiente familiare e accogliente. Questo approccio non solo favorisce la fiducia tra insegnanti e famiglie, ma permette anche ai bambini di sentirsi parte di una comunità più ampia. Inoltre, gli ex allievi continuano a contribuire al centro, diventando educatori e modelli per le nuove generazioni. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo e la dedizione, il centro affronta sfide economiche significative, con la mancanza di fondi pubblici che mette a rischio la sua operatività.
Le sfide economiche
Nonostante il successo del modello educativo, Celio Azzurro si trova in difficoltà finanziarie. I fondi pubblici, un tempo disponibili, sono stati ridotti drasticamente, lasciando il centro a dover contare principalmente sulle rette delle famiglie. Tuttavia, il centro ha scelto di adottare un approccio inclusivo, permettendo a chi non può permetterselo di non pagare. Questo modello, sebbene lodevole, presenta sfide significative per la sostenibilità a lungo termine del centro. I coordinatori stanno cercando soluzioni alternative e hanno già convocato un’assemblea con i genitori per discutere le prossime mosse.