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Un calo significativo dei ricoveri pediatrici
Negli ultimi mesi, diversi ospedali svizzeri hanno registrato una diminuzione notevole dei ricoveri pediatrici legati alla bronchiolite, una condizione respiratoria comune nei bambini piccoli. Questo cambiamento è particolarmente evidente se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati forniti dall’Ospedale universitario di Ginevra (HUG), i ricoveri per infezioni da virus respiratorio sinciziale (RSV) sono passati da 183 nel dicembre 2023 a soli 97 nel dicembre 2024. Questo calo è stato attribuito all’uso del farmaco Beyfortus, autorizzato per l’uso lo scorso ottobre.
Beyfortus: un’arma contro l’RSV
Beyfortus non è un vaccino, ma un farmaco innovativo contenente l’anticorpo monoclonale nirsévimab, progettato per proteggere i neonati e i bambini piccoli dalle malattie causate dall’RSV. L’iniezione offre una protezione efficace per almeno cinque mesi, riducendo così il rischio di ricoveri ospedalieri. Tuttavia, è importante notare che fino a Natale, la maggior parte dei bambini ricoverati non aveva ricevuto il trattamento, a causa di vari motivi, tra cui la non idoneità o il rifiuto da parte dei genitori.
Risultati incoraggianti e sfide future
Oltre all’HUG, anche l’Ospedale universitario di Losanna (CHUV) ha confermato una tendenza al ribasso nei ricoveri pediatrici per bronchiolite. I dati indicano una riduzione tra il 50 e il 60% rispetto all’inverno precedente. Nonostante ciò, il CHUV ha avvertito che l’attività nelle emergenze pediatriche rimane alta, principalmente a causa dell’influenza. All’Inselspital di Berna, i ricoveri per RSV sono diminuiti di un terzo rispetto agli anni passati, suggerendo che il programma di prevenzione con anticorpi sta dando i suoi frutti. Tuttavia, i medici avvertono che non si può escludere una stagione tardiva per l’RSV, con la possibilità che il numero di infezioni possa aumentare nei prossimi mesi.
Il dottor Eric Giannoni, medico del reparto di Neonatologia del CHUV, ha sottolineato che la circolazione dell’RSV è ancora attiva, causando infezioni anche negli adulti. Questo scenario richiede un monitoraggio continuo e una preparazione adeguata per affrontare eventuali picchi di infezione.