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Il diritto al riconoscimento e al risarcimento
Quando un padre non riconosce il proprio figlio, si crea una situazione complessa che può avere conseguenze legali significative. La legge italiana stabilisce che il diritto al riconoscimento della paternità è fondamentale per il benessere del minore. Questo diritto non si estingue con il raggiungimento della maggiore età, come confermato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 31552/2024. In altre parole, un figlio può richiedere il risarcimento per il danno subito a causa dell’assenza del padre anche dopo aver compiuto 18 anni.
Le conseguenze dell’abbandono parentale
Il danno derivante dall’abbandono parentale è considerato un atto illecito continuato. Questo significa che il padre ha l’obbligo giuridico di mantenere un rapporto affettivo con il figlio, e la sua omissione può portare a richieste di risarcimento. Il risarcimento può includere diverse voci di danno, come la sofferenza emotiva e le conseguenze sulla vita del figlio. Il giudice, nel determinare l’importo del risarcimento, tiene conto della durata dell’abbandono e delle condizioni economiche delle parti coinvolte.
Come avviare un’azione legale
Se un padre si rifiuta di riconoscere il figlio, la madre o il figlio stesso, una volta maggiorenne, possono avviare un’azione legale per ottenere il riconoscimento della paternità. Il processo prevede l’esame del DNA per accertare la paternità. È importante sapere che il padre non può opporsi a questo test; in caso contrario, il magistrato dichiarerà automaticamente accertata la paternità. Una volta riconosciuta la paternità, il padre è tenuto a rispettare i suoi obblighi, inclusi il mantenimento e il risarcimento del danno.