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Un’emorragia di personale nel pubblico impiego
Negli ultimi anni, Milano ha assistito a una significativa diminuzione del personale nel settore pubblico, con oltre 32.000 dipendenti in meno tra il 2022 e il 2023. Questo calo, pari al 15,1%, ha colpito in particolare il servizio sanitario e gli enti locali, ma ha interessato anche ministeri e forze armate. Le dimissioni di oltre 6.000 impiegati pubblici in soli 18 mesi evidenziano una crisi profonda, che solleva interrogativi sulle condizioni di lavoro e sulla valorizzazione del personale.
Le cause della fuga di talenti
Secondo il segretario generale della Fp Cgil Milano, Alberto Motta, le ragioni di questa emorragia di personale sono molteplici. La crescente insoddisfazione legata alle condizioni economiche e alla scarsa valorizzazione del lavoro pubblico sono tra i fattori principali. Inoltre, la difficoltà di attrarre nuovi talenti rappresenta un ostacolo significativo per il futuro del pubblico impiego. La situazione è ulteriormente complicata da stipendi che, sebbene abbiano registrato un incremento nominale, non riescono a compensare l’inflazione, riducendo il potere d’acquisto dei lavoratori.
Il contesto economico e le prospettive future
Il segretario generale della Cgil Milano, Luca Stanzione, ha descritto questo periodo come una “tempesta perfetta” a livello economico, con fattori che richiamano la crisi del 2008. L’aumento del costo dell’energia, la recessione economica in Germania e l’aumento dei prezzi delle abitazioni incidono non solo sul costo della vita, ma anche sui salari nel settore pubblico. La Cgil ha proposto l’istituzione di un fondo pubblico per sostenere la cooperazione a proprietà indivisa, un modello che potrebbe aiutare a costruire nuove abitazioni e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.