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La sfida della maternità in tempi difficili
La maternità è un viaggio unico e complesso, ma durante la pandemia di COVID-19, molte donne hanno affrontato sfide senza precedenti. La solitudine, la paura e l’incertezza hanno caratterizzato la vita di molte neomamme, costrette a vivere momenti di grande vulnerabilità. Secondo uno studio condotto dall’Università del Michigan, circa un terzo delle donne che hanno partorito durante il lockdown ha riportato sintomi di depressione post partum. Questo dato evidenzia quanto sia stato difficile per molte madri adattarsi a una nuova vita in un contesto così instabile.
La storia di Dola Posh: dalla solitudine alla creatività
Dola Posh è una fotografa che ha vissuto in prima persona le difficoltà di diventare madre durante la pandemia. La sua esperienza, raccontata in un’intervista alla BBC, mette in luce il profondo senso di isolamento che ha provato. Con la sua mamma lontana e i parenti impossibilitati a visitarla, Dola si è sentita sopraffatta dalla responsabilità di prendersi cura della sua neonata. Le videochiamate, invece di offrire conforto, sembravano aumentare la pressione e il giudizio sul suo stile genitoriale.
La rinascita attraverso la fotografia
In un momento di grande crisi, Dola ha trovato la forza di chiedere aiuto. Dopo aver contattato la sua ostetrica, è stata indirizzata a uno psicologo, che le ha suggerito di utilizzare la fotografia come mezzo per esprimere i suoi sentimenti. Attraverso il suo obiettivo, Dola ha iniziato a catturare non solo i momenti di gioia, ma anche quelli di tristezza e vulnerabilità. Questo processo l’ha aiutata a riconnettersi con se stessa e a dare un nuovo significato alla maternità.
Un messaggio di speranza per le neomamme
Il progetto fotografico di Dola ha riscosso un grande successo, portandola a vincere il prestigioso Leica Women Foto Project Award nel 2021. La sua storia è un esempio di come la creatività possa fungere da terapia e come la condivisione delle esperienze possa aiutare altre donne a sentirsi meno sole. Dola spera che il suo lavoro possa contribuire a una maggiore rappresentazione della depressione post partum nei media, affinché altre mamme possano trovare conforto e supporto nelle loro esperienze.