Lavoratori precari del Cnr in protesta per la stabilizzazione

I lavoratori chiedono un percorso di stabilizzazione e maggiori risorse per la ricerca

Circa 200 lavoratori precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) hanno deciso di occupare la sala convegni della sede romana dell’ente, in seguito a un’assemblea che ha messo in luce le loro preoccupazioni. La protesta è stata organizzata in collaborazione con i sindacati Flc Cgil e Uil Rua, che supportano le richieste di stabilizzazione dei lavoratori. Antonio Sanguinetti, rappresentante del Coordinamento dei precari Cnr, ha dichiarato che le parole della presidente Maria Chiara Carrozza, pronunciate durante la sua visita, non sono sufficienti per affrontare la situazione attuale. La semplice mappatura dei lavoratori e la proposta di nuovi concorsi non bastano a garantire un futuro stabile per i precari.

La situazione dei lavoratori precari al Cnr

Il Cnr è il principale ente di ricerca pubblica in Italia, con 88 istituti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Attualmente, l’ente conta circa 9.000 dipendenti a tempo indeterminato, ma a questi si aggiungono circa 4.000 lavoratori precari, tra cui borsisti, assegnisti e contratti a tempo determinato. Rosa Riusciti, responsabile Flc Cgil Cnr, ha riconosciuto che l’ente potrebbe non avere le risorse finanziarie necessarie per stabilizzare tutti i precari, ma ha sottolineato l’importanza di chiedere al governo di investire nella ricerca pubblica. La stabilizzazione dei lavoratori precari è vista come una priorità per garantire la continuità e l’efficacia della ricerca scientifica in Italia.

Le richieste dei lavoratori e il futuro della ricerca

La protesta dei lavoratori precari del Cnr non è solo una questione di stabilizzazione, ma rappresenta anche una richiesta più ampia di investimenti nella ricerca pubblica. I ricercatori, dopo aver occupato la sala convegni, hanno deciso di spostarsi nelle aule del quarto piano dello stabile di piazzale Aldo Moro, dove hanno intenzione di passare la notte. Questa azione dimostra la determinazione dei lavoratori nel far sentire la loro voce e nel chiedere un cambiamento significativo. La stabilizzazione dei precari non solo migliorerebbe le loro condizioni lavorative, ma contribuirebbe anche a rafforzare il sistema di ricerca italiano, che ha bisogno di professionisti motivati e stabili per affrontare le sfide future.

Scritto da Redazione

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