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Un cambiamento radicale nelle abitudini quotidiane
La pandemia ha avuto un impatto profondo sulle abitudini degli italiani, trasformando il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo. Secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, circa il 30% della popolazione ha aumentato l’uso di internet per il tempo libero. Questo cambiamento ha portato a una maggiore permanenza in casa e a una crescente attenzione verso la sostenibilità. Le nuove abitudini si sono diffuse in modo disomogeneo, colpendo in particolare i giovani e gli abitanti delle città più densamente popolate.
Internet: un alleato indispensabile
Durante la pandemia, l’utilizzo di internet è aumentato in modo significativo. Le statistiche mostrano un incremento del 23% per motivi di lavoro e del 37% per il tempo libero. Tuttavia, le differenze tra le varie fasce d’età e livelli di istruzione sono notevoli. Ad esempio, il 36% dei laureati ha incrementato le ore trascorse online per lavoro, rispetto al 18% dei meno istruiti. Per quanto riguarda il tempo libero, le percentuali salgono rispettivamente a 43% e 32%. Le attività più comuni includono la spesa online, l’acquisto di abbigliamento, la lettura e la fruizione di contenuti multimediali.
Comportamenti sostenibili in crescita
Un altro aspetto interessante emerso dalla ricerca riguarda l’adozione di comportamenti sostenibili. Molti italiani hanno iniziato a bere acqua dal rubinetto e a utilizzare detersivi ecologici. Tuttavia, l’adozione di tali pratiche varia notevolmente a seconda della regione. Nelle grandi città, circa un intervistato su tre ha dichiarato di aver aumentato l’adozione di comportamenti sostenibili, mentre nelle aree meno popolate la percentuale scende al 17%. Questa disparità è particolarmente evidente nelle regioni del Sud, dove le condizioni economiche possono influenzare le scelte quotidiane.
Il tempo trascorso in casa e le spese
Un altro dato significativo riguarda il tempo trascorso in casa, che è aumentato per oltre un intervistato su tre. Le persone con condizioni economiche precarie e i non occupati sono quelli che hanno visto un incremento maggiore, rispettivamente del 45% e del 43%. Inoltre, le spese nei negozi di vicinato e per la ristorazione hanno subito una diminuzione, con cali del 15% e del 43%. Questi cambiamenti evidenziano come la pandemia abbia agito come uno shock esogeno, accelerando trasformazioni già in atto e mettendo in luce la necessità di politiche mirate per favorire comportamenti virtuosi e ridurre le disuguaglianze.