L’Unione Europea e la lotta contro gli sprechi alimentari e il fast fashion

Iniziative europee per ridurre gli sprechi alimentari e l'impatto del fast fashion

La crisi degli sprechi alimentari nell’Unione Europea

Ogni anno, l’Unione Europea si trova ad affrontare una crisi significativa legata agli sprechi alimentari. Oltre 59 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate, causando una perdita economica che si aggira intorno ai 132 miliardi di euro. Questa situazione non solo rappresenta un problema economico, ma ha anche un impatto ambientale considerevole. Per affrontare questa emergenza, l’UE ha adottato misure decisive, stabilendo obiettivi vincolanti da raggiungere entro il 2030. Tali obiettivi sono stati concordati dal Parlamento e dal Consiglio Europeo nel febbraio 2025, ma ci sono già preoccupazioni riguardo alla loro efficacia.

Le sfide nella produzione agricola

Un aspetto critico che spesso viene trascurato è la fase di produzione agricola, dove circa l’11% del cibo viene sprecato prima di raggiungere il mercato. Esperti come Theresa Mörsen di Zero Waste Europe avvertono che gli obiettivi attuali potrebbero non essere sufficienti per ridurre drasticamente gli sprechi lungo l’intera filiera. È fondamentale che l’UE consideri misure più incisive per affrontare le perdite in questa fase cruciale, altrimenti il rischio è di non raggiungere gli ambiziosi traguardi fissati.

Il problema del fast fashion e i rifiuti tessili

Parallelamente alla crisi alimentare, l’Unione Europea sta cercando di affrontare anche il problema del fast fashion. Ogni anno, il settore tessile europeo genera circa 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti, contribuendo in modo significativo all’inquinamento ambientale. Per contrastare questo fenomeno, l’UE ha introdotto regolamenti che obbligano i produttori a finanziare la raccolta e il riciclo dei tessuti. Queste misure, attraverso schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR), mirano a promuovere la progettazione di prodotti più sostenibili e a ridurre l’impatto ambientale della moda usa e getta.

Verso una maggiore trasparenza e sostenibilità

Le nuove direttive richiedono alle aziende di mappare le proprie filiere produttive, valutare i rischi ambientali e sociali e implementare sistemi di monitoraggio integrati nelle loro politiche interne. Questo approccio non solo promuove una maggiore trasparenza, ma è anche un passo fondamentale verso una maggiore sostenibilità nel settore della moda. Tuttavia, alcune organizzazioni ambientaliste ritengono che gli obiettivi fissati non siano sufficientemente ambiziosi per affrontare l’entità del problema. La Commissione Europea ha riconosciuto la necessità di ulteriori interventi, specialmente per quanto riguarda le perdite alimentari in fase di produzione agricola e l’impatto ambientale della produzione tessile.

Scritto da Redazione

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