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Un’analisi sorprendente dei resti pavloviani
Recenti studi sui resti dei Pavloviani, una popolazione di cacciatori-raccoglitori vissuta in Europa centrale tra 29.000 e 25.000 anni fa, hanno rivelato un aspetto inaspettato della loro cultura. Gli archeologi hanno notato segni di usura sui denti, in particolare sui molari e canini, che suggeriscono l’uso di piercing facciali. Questi segni di usura, osservati principalmente negli adulti e negli adolescenti, indicano una pratica sociale che potrebbe essere stata legata a riti di passaggio o simboli di status.
Usura dentale e piercing facciali
Il ricercatore John C. Willman, del Laboratory of Prehistory presso l’Università di Coimbra, ha condotto un’analisi approfondita dell’usura dentale. Ha osservato che l’usura dello smalto sui denti era simile a quella causata dai labret, un tipo di piercing facciale. Inoltre, ha notato anomalie dentali che potrebbero essere state provocate dalla pressione esercitata da questi ornamenti. L’analisi microscopica ha confermato la presenza di superfici lisce, compatibili con lo sfregamento ripetuto di un oggetto contro la guancia.
I dati raccolti mostrano che già i bambini tra i 6 e i 10 anni presentavano segni di usura dentale, suggerendo che l’uso di piercing potesse iniziare in giovane età. Questo potrebbe indicare che i Pavloviani avessero una cultura complessa, in cui i piercing non erano solo decorativi, ma anche simbolici. Tuttavia, resta un mistero il fatto che nessuna tomba abbia restituito labret o oggetti simili, il che porta a ipotizzare che questi ornamenti potessero essere realizzati con materiali deperibili o riutilizzati nel tempo.
In conclusione, l’usura dentale osservata nei Pavloviani non è solo un segno di usura, ma un indizio di pratiche culturali che potrebbero aver avuto un significato profondo. La ricerca continua, e gli archeologi sperano di scoprire ulteriori reperti che possano confermare l’uso di piercing facciali e il loro ruolo nella società pavloviana.