Mobbing in gravidanza: riconoscere e contrastare un fenomeno insidioso

Scopri come riconoscere il mobbing in gravidanza e quali tutele esistono per le donne lavoratrici.

Cos’è il mobbing e come si manifesta

Il mobbing è un fenomeno complesso che si verifica quando un lavoratore è oggetto di comportamenti vessatori e discriminatori da parte di colleghi o superiori. Questo fenomeno è particolarmente insidioso per le donne in gravidanza, che possono trovarsi a fronteggiare situazioni di emarginazione e discriminazione sul posto di lavoro. Il mobbing può manifestarsi in vari modi, come il rifiuto di concedere permessi per l’allattamento, contestazioni disciplinari pretestuose o rimproveri immotivati. È fondamentale riconoscere questi segnali per poter intervenire tempestivamente.

Le forme di mobbing in gravidanza

Le donne in gravidanza possono essere vittime di mobbing in diverse forme. Tra queste, vi è il mobbing verticale, in cui un superiore gerarchico esercita pressioni e comportamenti vessatori, e il mobbing orizzontale, dove sono i colleghi a emarginare la lavoratrice. È importante sottolineare che il mobbing non si limita a comportamenti illeciti, ma può includere anche azioni legittime, se motivate da intenti discriminatori. La legge italiana, pur non avendo una normativa specifica sul mobbing, offre tutele attraverso vari articoli della Costituzione e leggi ordinarie.

Come difendersi dal mobbing

Se si sospetta di essere vittime di mobbing, è fondamentale agire. Rivolgersi a un avvocato o a un sindacato può fornire il supporto necessario per affrontare la situazione. È importante documentare ogni episodio di mobbing, raccogliendo prove e testimonianze. Inoltre, le lavoratrici hanno il diritto di opporsi a trasferimenti o mansioni ingiustificate, come previsto dall’articolo 1460 del Codice civile. In alcuni casi, le dimissioni per giusta causa possono essere una soluzione, permettendo di accedere a indennità di disoccupazione.

Il supporto psicologico e legale

Affrontare il mobbing può essere estremamente difficile, sia dal punto di vista legale che psicologico. È fondamentale non affrontare questa situazione da soli. Richiedere supporto psicologico può aiutare a gestire lo stress e le emozioni legate a questa esperienza. Organizzazioni come Save the Children offrono risorse utili per le madri lavoratrici, fornendo informazioni sui diritti e sulle strategie da adottare. Non cedere alle pressioni e cercare aiuto è essenziale per tutelare il proprio benessere e quello del proprio bambino.

Scritto da Redazione

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