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Il ruolo delle famiglie nella prevenzione
Negli ultimi mesi, il questore di Venezia, Gaetano Bonaccorso, ha intensificato l’uso di strumenti legali per affrontare il problema della criminalità giovanile. I provvedimenti, come il Daspo Willy e il Dacur, sono stati pensati per garantire una maggiore efficacia nel recupero dei minori coinvolti in atti illeciti. Secondo Bonaccorso, il coinvolgimento delle famiglie è fondamentale: “Quando riusciamo a coinvolgere i genitori, l’azione diventa più strutturata e quindi più efficace”. Questo approccio mira a trasformare la punizione in un’opportunità educativa, rendendo più difficile il recupero di giovani che hanno intrapreso strade sbagliate.
Strumenti legali e prevenzione
Il decreto Caivano introduce misure più calibrate per i giovanissimi, con l’obiettivo di ridurre il tasso di recidiva. I dati mostrano che le misure adottate hanno già portato a risultati positivi. “Il tasso di recidiva è basso, quindi queste misure funzionano”, afferma Bonaccorso. La sfida principale è quella di affrontare gruppi di ragazzi con profili diversi, dove non sempre è presente un’associazione con profili criminali solidi. La nuova impostazione del decreto consente di dare maggiore spazio alla prevenzione, un aspetto che prima era trascurato.
Il contesto attuale della criminalità giovanile
Il fenomeno della criminalità giovanile a Venezia, sebbene preoccupante, non è paragonabile a quello degli anni ’90. Bonaccorso sottolinea che oggi i casi sono limitati e spesso legati a eventi specifici, come le risse durante la notte di Capodanno. Le misure di sorveglianza speciale, adottate in passato, sono state sostituite da provvedimenti più mirati, come il Dacur, che vieta l’accesso a determinate aree urbane per i responsabili di atti violenti. Questi interventi sono stati applicati anche in altre località, come Jesolo, dimostrando un approccio coordinato nella lotta alla criminalità giovanile.