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Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico
Il gioco d’azzardo patologico rappresenta un problema crescente in molte comunità, con un numero sempre maggiore di persone che ne subiscono le conseguenze. Recentemente, l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) della Val Padana ha rivelato che circa 16.600 persone nel territorio cremonese sono affette da questa dipendenza. Questo dato allarmante ha spinto le autorità locali a sviluppare un nuovo Piano Locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico (Piano Gap) per il biennio 2025-2026, in linea con le indicazioni del Ministero della Salute e della Regione Lombardia.
Obiettivi del Piano Gap
Il Piano Gap ha come obiettivo principale quello di garantire la continuità e l’efficacia dei programmi di prevenzione, cura e riabilitazione per coloro che soffrono di dipendenza dal gioco d’azzardo. Laura Rubagotti, responsabile della Struttura Promozione della Salute e Prevenzione Fattori di Rischio Comportamentali dell’Ats Val Padana, sottolinea che il gioco d’azzardo presenta rischi significativi per diverse fasce di età, in particolare per i giovani e gli anziani. I giovani, infatti, hanno accesso a piattaforme di gioco online che spesso non controllano l’età degli utenti, mentre gli anziani, specialmente se soli, possono essere più vulnerabili a truffe e problemi finanziari.
Azioni di sensibilizzazione e prevenzione
Il Piano prevede una serie di azioni mirate a sensibilizzare la popolazione sui pericoli legati al gioco d’azzardo. Campagne di informazione saranno attuate nelle scuole, nei luoghi di aggregazione giovanile e nei contesti lavorativi, per raggiungere le categorie più a rischio. Inoltre, si prevede il potenziamento dei servizi di supporto per le persone fragili e interventi specifici per il trattamento delle dipendenze, coinvolgendo anche le famiglie.
Collaborazione con enti locali e terzo settore
Un aspetto fondamentale del Piano Gap è la creazione di alleanze con i Comuni e il Terzo Settore. Questo approccio mira a sviluppare progetti che riducano la pubblicità del gioco e introducano regolamenti di prevenzione. Katja Avanzini, direttore della Struttura Integrazione delle reti territoriali, evidenzia l’importanza di affrontare i rischi legati sia al gioco fisico che a quello virtuale, con particolare attenzione alle fasce più giovani.
Formazione e ascolto attivo
Per garantire un intervento efficace, il Piano prevede anche attività formative per gli operatori dei servizi sociosanitari, in collaborazione con le ASST locali. Amelia Anghinoni, dirigente psicologa della Struttura Salute Mentale e Dipendenze di Ats, sottolinea l’importanza di attivare nuovi punti di ascolto nelle Case di Comunità, per intercettare precocemente i segnali di dipendenza e fornire supporto a chi ne ha bisogno. Negli anni, i servizi di cura sono stati potenziati, con un focus sulla diagnosi precoce e sull’intercettazione delle nuove dipendenze, in particolare tra i giovani.