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Il gasdotto Tap e le sue problematiche
Il gasdotto Tap, inaugurato tre anni fa, ha rappresentato un’importante infrastruttura per diversificare l’approvvigionamento di gas in Italia. Tuttavia, recenti segnalazioni hanno messo in luce gravi problemi strutturali. Secondo il Collettivo No Tap, che si oppone alla realizzazione dell’opera, sono state riscontrate almeno tre crepe nel rivestimento esterno e quindici punti in cui la condotta non poggia sul fondale marino. Queste condizioni la rendono vulnerabile a vibrazioni e correnti, aumentando il rischio di danni futuri.
Le cause dei danni
Le problematiche riscontrate si trovano a circa 13 miglia nautiche dalla costa salentina, in una zona dove la profondità del mare aumenta rapidamente. In questo tratto, il gasdotto non tocca il fondale per diversi metri, esponendosi così a forti correnti marine. Le vibrazioni generate dalle correnti hanno provocato crepe nel rivestimento in cemento, spesso 15 centimetri, che protegge i tubi d’acciaio. Sebbene al momento non ci siano perdite di gas, l’intervento di manutenzione è considerato urgente per garantire la sicurezza e la funzionalità dell’infrastruttura nel lungo periodo.
Interventi di manutenzione e valutazione ambientale
Per affrontare questi problemi, la società gestore del gasdotto ha richiesto di intervenire con la posa di pietrisco per riempire lo spazio tra il fondale e il tubo. Tuttavia, spetterà al Ministero dell’Ambiente decidere se tali lavori debbano essere sottoposti a una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA). Le indagini condotte dalla stessa azienda hanno evidenziato la necessità di interventi per evitare un cattivo funzionamento dell’infrastruttura. Nonostante l’azienda affermi che non ci sono rischi immediati, la situazione richiede attenzione e azioni tempestive per prevenire problemi più gravi in futuro.