Proteste per il consultorio di largo delle Sette Chiese a Roma

Un gruppo di attivisti si mobilita per migliorare i servizi del consultorio di Roma 2.

Il consultorio di largo delle Sette Chiese: una storia di lotta

Il consultorio di largo delle Sette Chiese, situato nel quartiere Garbatella di Roma, è al centro di una crescente mobilitazione da parte di attivisti e cittadini. Negli ultimi mesi, il servizio ha subito notevoli riduzioni, portando a una serie di proteste da parte di chi frequenta la struttura. La situazione è diventata critica, con la mancanza di servizi essenziali come ginecologia e ostetricia, che ha spinto i membri dell’assemblea del consultorio a organizzare azioni di protesta, tra cui l’invio massiccio di email alla Asl di Roma 2.

Le richieste degli attivisti

Il 2 marzo, attivisti e attiviste si sono riuniti per inviare oltre 230 email di protesta alla Asl, evidenziando le gravi carenze del consultorio. Tra le richieste principali vi è la necessità di un servizio di accoglienza adeguato, che permetta a chiunque entri di ricevere assistenza e informazioni sui servizi disponibili. Molti utenti, infatti, si trovano a dover affrontare difficoltà nel prenotare visite, spesso costretti a rivolgersi a strutture private o a rinunciare completamente alle cure necessarie.

Le risposte della Asl e le preoccupazioni future

In risposta alle proteste, la Asl di Roma 2 ha pubblicato un comunicato in cui cerca di rassicurare la popolazione, affermando che molte delle richieste degli attivisti sono già in fase di attuazione. Tuttavia, i membri dell’assemblea del consultorio rimangono scettici, sottolineando che la situazione non è migliorata in modo significativo e che la mancanza di personale e risorse continua a rappresentare un grave problema. La paura è che, nonostante le promesse, il consultorio possa subire un ulteriore ridimensionamento, compromettendo così l’accesso ai servizi sanitari per la comunità.

Un futuro incerto per il consultorio

La lotta per il consultorio di largo delle Sette Chiese è emblematicamente rappresentativa di una crisi più ampia che coinvolge i servizi sanitari pubblici in Italia. Con la crescente privatizzazione e il taglio dei fondi, i cittadini si trovano a dover difendere i propri diritti a un’assistenza sanitaria di qualità. Gli attivisti continuano a chiedere un impegno concreto da parte delle autorità per garantire che il consultorio possa tornare a funzionare in modo efficace, con personale adeguato e servizi accessibili a tutti. La mobilitazione della comunità è fondamentale per far sentire la propria voce e per garantire che i consultori non diventino semplici strutture vuote, ma luoghi di accoglienza e supporto per chi ne ha bisogno.

Scritto da Redazione

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