Riforma dei flussi migratori: un sistema in crisi?

La diminuzione delle domande di assunzione solleva interrogativi sul nuovo sistema

Un sistema in evoluzione

La riforma del sistema di ingresso per i lavoratori stranieri, avviata con il decreto flussi, ha suscitato molteplici reazioni nel panorama economico italiano. Confindustria ha evidenziato una richiesta annuale di 300 mila quote, ben oltre le 150 mila previste per il triennio 2023-2025. Questo scarto significativo ha portato a interrogativi sulla reale efficacia delle nuove misure adottate dal governo.

Dati allarmanti

Le statistiche parlano chiaro: nel mese di novembre, le domande precompilate per il 2025 sono state solo 180.012, un calo del 73% rispetto all’anno precedente. Questo trend negativo è confermato anche da Palazzo Chigi, che ha riportato una diminuzione del 75% per il lavoro subordinato non stagionale e dell’80% per quello stagionale. Tali dati pongono interrogativi sulla capacità del nuovo sistema di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.

Le critiche alla riforma

La Campagna Ero Straniero, che da anni monitora il sistema dei decreti flussi, ha espresso forti dubbi riguardo all’analisi fornita dal governo. Secondo loro, i controlli non sono stati effettuati su un numero elevato di domande, ma piuttosto su quelle effettivamente presentate dai datori di lavoro. Questo porta a concludere che il calo delle domande non sia il risultato di un’efficace selezione, ma piuttosto di una difficoltà intrinseca nel presentare le richieste.

Le difficoltà burocratiche

Le modifiche apportate al decreto flussi hanno reso la procedura di richiesta estremamente complessa e onerosa per i datori di lavoro. Le nuove normative richiedono che le domande siano precaricate in tempi ristretti, creando un clima di incertezza e scoraggiamento. Molti datori di lavoro, di fronte a queste difficoltà, hanno scelto di non presentare affatto le richieste, contribuendo così alla diminuzione delle domande.

Il rischio del lavoro nero

La Campagna Ero Straniero mette in guardia sul rischio crescente di lavoro nero e precarietà. Se i datori di lavoro e le famiglie decidono di non utilizzare il sistema ufficiale per l’assunzione di lavoratori stranieri, si rischia di alimentare un mercato del lavoro non regolamentato, con conseguenze negative sia per i lavoratori che per l’economia nel suo complesso. È fondamentale che il governo riveda le proprie politiche per garantire un sistema di assunzione più accessibile e meno burocratico.

Scritto da Redazione

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